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DSA Disturbi specifici dell'apprendimento ed indennità di frequenza. Vittoria in Tribunale per lo Studio Legale Carozza.

Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, decreto del 21 settembre 2018.


Un minore, invalido con diritto all’indennità di frequenza, veniva sottoposto a visita di revisione per la verifica della sussistenza del requisito sanitario ai fini della concessione della suddetta indennità. La Commissione Medico Legale dell’INPS dichiarava, però, il minore non invalido e decretava la revoca dell’indennità di frequenza.
L’interessato, assistito dal Patronato Inas Cisl di Caserta, veniva affidato alle cure dell’avvocato Domenico Carozza.
Si procedeva, pertanto, sulla base di documentazione sanitaria, alla richiesta di accertamento dello stato di invalidità presso il Tribunale per la corresponsione del beneficio economico previsto per l’indennità di frequenza.

Il Tribunale, sulla scorta del ricorso promosso, conferiva incarico ad un consulente tecnico di ufficio.

Nel corso degli accertamenti medico-legali, si riscontrava per il minore un disturbo dell’apprendimento in soggetto con immaturità affettivo relazionale e della comunicazione verbale.

Col termine disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) ci si riferisce ad un gruppo eterogeneo di disturbi consistenti in significative difficoltà nell'acquisizione e nell'uso di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, ragionamento e matematica, presumibilmente dovuti a disfunzioni del sistema nervoso centrale.

Il disturbo ha un’interferenza significativamente negativa sull’adattamento scolastico e sulle attività di vita quotidiana.

Nella categoria dei disturbi specifici dell’apprendimento rientrano i disturbi delle abilità scolastiche, in particolare: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia.

La Dislessia Evolutiva è un disturbo che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. La dislessia non è causata da deficit cognitivi, da problemi sensoriali, neurologici né psicologici.

Un bambino o ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma non può farlo in maniera automatica come gli altri. Leggere e scrivere gli costa molta più fatica e impegno, quindi si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro con i programmi. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali come quelle mnemoniche.

Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori come l'inversione di lettere e di numeri, a volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell'alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali, può avere difficoltà nell'esposizione orale di contenuti complessi. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in abilità motorie fini, nel calcolo, nella capacità di attenzione e di concentrazione.

La dislessia è classificata tra i DSA - Disturbi Specifici dell'Apprendimento.

La disgrafia è un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), non dovuto a deficit intellettivi o neurologici. Si tratta di una difficoltà della scrittura, in particolare nella riproduzione di segni alfabetici e numerici.

La disgrafia emerge nei bambini quando la scrittura inizia la sua fase di personalizzazione, indicativamente intorno alla terza elementare. Viene individuato solitamente dagli insegnanti in quanto si manifesta con scarsa leggibilità della scrittura, lentezza e stentatezza, disorganizzazione delle forme e degli spazi grafici, scarso controllo del gesto, confusione e disarmonia, rigidità ed eccessiva accuratezza, difficoltà nell’atto scrittorio in presenza di crampi o dolori muscolari.

La mano dei bambini disgrafici scorre con fatica sul piano di scrittura e l'impugnatura della penna è spesso scorretta, spesso il bambino non rispetta i margini del foglio e lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole. La pressione della mano sul foglio non è adeguatamente regolata.

Il bambino disgrafico presenta difficoltà notevoli anche nella copia e nella produzione autonoma di figure geometriche e spesso il livello di disegno è inadeguato all'età. Nella copia delle immagini i particolari sono quasi assenti.

La disgrafia è definita una anomalia del movimento corsivo e della condotta del tratto che si traduce in difficoltà di coordinamento, irregolarità delle spaziature, malformazioni e discordanze di ogni tipo associate ad un tratto di pessima qualità.

La disortografia è un disturbo specifico dell'apprendimento che interessa la scrittura, non correlato a deficit sensoriali, motori o neurologici.

Chi soffre di disortografia non rispetta le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto, non è in grado di tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici. I sintomi della disortografia possono essere omissioni di grafemi o parti di parola, sostituzioni di grafemi o inversioni di grafemi.

La disortografia può derivare da una difficoltà di linguaggio, da scarse capacità di percezione visiva e uditiva, da un'organizzazione spazio-temporale non ancora sufficientemente acquisita, da un processo lento nella simbolizzazione grafica.

La disortografia solitamente si associa a difficoltà di linguaggio, scarse capacità di percezione e discriminazione visiva e uditiva, organizzazione e integrazione spazio-temporale non ancora acquisita, processo lento nella simbolizzazione grafica, dominanza laterale non adeguatamente acquisita.

Il CTU, in ordine alle valutazioni medico legale delle suddette patologie, rilevava, quindi, che per svolgimento dei normali atti di vita quotidiana non può ravvisarsi un'uguaglianza di situazioni tra soggetti sani e soggetti inabili anche se per entrambi, trattandosi comunque di tenera età ed in tale fascia di età, sono proprio le cure costanti e particolari necessarie per i bambini non diversamente abili a comportare un'alterazione del parametro medio dei bambini sani che legittima il diritto sia dell’indennità di frequenza.

Nel caso affrontato, dunque, sono state verificate in capo al minore condizioni cliniche generali ed in particolare psico-fisiche poco soddisfacenti tali da necessitare di un assistenza riabilitativa intensa, assistenza fondamentale per il futuro dell’interessato.

Il CTU ha reputato l’esigenza per il minore di essere costantemente assistito nello svolgimento di qualsiasi delle normali attività quotidiane in quanto le condizioni cliniche comportano un’assistenza diversa e ben più intensa rispetto a quella occorrente per un bambino della stessa età. Allo stesso modo, il medico legale ha verificato che la patologia incide negativamente sulla capacità di compiere i normali atti della vita ivi comprese quelli propri dell’età infantile.

IL CTU ha, pertanto, individuato i requisiti sanitari previsti per usufruire dell’indennità di frequenza, a decorrere dall’epoca della revoca.

Il Tribunale ha omologato le risultanze della perizia d’ufficio con riconoscimento del requisito sanitario per la concessione dell’indennità di frequenza dal momento della revoca, come richiesto con il ricorso.

23 novembre 2018

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